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Thonon-les-Bains

  • cysmile13
  • 30 ago 2016
  • 5 Min. de lectura

Penso che ci voglia coraggio

a salutare famiglia, amici e un'isola paradisiaca

per un lavoro comune, umile e non ben pagato

lontano da casa

nel mese più caldo dell'anno

il migliore da trascorrere in vacanza, a casa, in Sardegna.

Tutti mi chiedevano -Perché!?

Una promessa fatta.

Un obiettivo da raggiungere.

Non è stato facile, convincere gli altri

ma soprattutto me stessa.

Sì, mi sento coraggiosa.

Neanche io so dove abbia trovato la forza.

Eppure ce l'ho fatta,

nonostante sia stato tutto tranne che semplice.

Lasciare il porto sicuro, per la tempesta.

Una cara amica mi aspettava

così come 11 ore giornaliere di lavoro

in un ristorante italiano

in una casa con altri sei coinquilini

in una stanza condivisa

la cui porta si apriva per metà

senza un armadio

con una cucina e un bagno da condividere

con persone giovani e meno giovani

provenienti da Italia, Romania e Tunisia.

Tante volte ho pensato di essere una masochista.

Altrettante volte pensai di tornare a casa.

Sarebbe stata una sconfitta.

Così come avevo iniziato, dovevo portare a termine quanto intrapreso.

È alquanto umiliante fare la cameriera a 25 anni

dopo una laurea, un master,

la conoscenza di alcune lingue straniere,

per una paga mensile non molto superiore

al primo stipendio che ricevetti a 17 anni,

quando lavorai per la prima volta

durante le vacanze estive tra la quarta e la quinta superiore.

Molto umiliante!!!

Non trovai nulla di meglio, cosa dovevo fare?

C'è sempre da imparare, ne sono convinta

e ne ho avuto la conferma.

Mi sono sentita umiliata più di una volta,

mi è sembrato di dover fare i lavori più umili

per il fatto di essere l'ultima arrivata.

Sembrava che non facessi mai abbastanza

nonostante dessi il meglio di me stessa.

La presi come una sfida.

Sentivo che qualcuno si divertiva a mettermi alla prova

E io mi divertivo a mostrarmi calma anche quando chiunque altro sarebbe esploso.

Sognavo il lavoro, mi svegliavo di continuo,

il direttore, i clienti, i crampi alle gambe,

l'ansia che la sveglia non suonasse,

il letto scomodo, il caldo.

Impossibile dormir bene.

Troppo lavoro, pochissimo tempo per me stessa.

Si iniziava alle 10:30 e si finiva alle 14:30

Si riniziava alle 17:30 e si terminava alle 23:30,

nei migliori dei casi.

La mattina mi svegliavo alle 8:15 per andare a camminare al lago.

La notte eravamo in sette a doverci lavare prima di coricarci.

Pranzavamo e cenavamo tutti i giorni assieme, a lavoro.

Pranzo alle 11:00

Cena alle 18:00

Insalatone, pasta al forno, risotto ai funghi, spaghetti alle vongole

Il martedì e il sabato pizza a nostra scelta

E poi...

Croissant con nutella e fragole appena sfornati.

Ho mangiato come una regina per 30 giorni

E ho perso tutti i chili presi durante l'inverno.

Il secondo giorno di lavoro, una domenica,

ci ritrovammo a servire 200clienti

io e altri due camerieri,

con il grande aiuto del direttore del ristorante.

Correre, correre, correre.

C'era ben poco a cui pensare.

Turisti e clienti affezionati.

Affezionati al ristorante, certo

ma presto anche a me, e io a loro.

Alcuni tornarono il mio ultimo giorno di lavoro

a sorpresa, per salutarmi.

Altri mi lasciavano la mancia in mano, quasi di nascosto

per essere sicuri che fossi io ad intascarmela.

Altri si interessarono a me, ai miei studi

e si offrirono di aiutarmi a trovare un lavoro migliore.

Mi lasciarono email, numeri di telefono, biglietti da visita.

Stai attenta! -direbbe mia madre.

Sono abbastanza sveglia da capire chi lo fa con un doppio fine per fortuna.

Una famiglia parigina mi chiese di essere la loro Aupair

e le bimbe mi si avvinghiarono al collo per salutarmi.

Nonmi era permesso perdere tempo in chiacchiere

ma ogni qualvolta potessi, mi fermavo a parlare con i clienti.

Perdermi in chiacchiere con loro era la mia pausa preferita,

mentre i miei colleghi si fumavano una sigaretta.

Fin da subito mi venne data la responsabilità della cassa.

Ognuno aveva la sua sala, all'interno o sulla terrazza,

e la responsabilità dei rispettivi tavoli.

A fine giornata ognuno verificava quanti coperti aveva servito,

quale fosse l'incasso giornaliero, la spesa media per persona.

Si compilava un registro e

si consegnavano tutte le ricevute bancarie, i buoni pasto,

gli assegni e i contanti incassati.

Tutto ciò che era in eccesso, corrispondeva alle mance

E se per errore mancava qualcosa dovevamo metterlo di tasca nostra.

La mancia è un grande aiuto in questo lavoro,

una grande soddisfazione aggiungerei.

Nella sfortuna di trovarmi lontana da casa,

ebbi la fortuna di lavorare in una bellissima cittadina francese

Thonon-les-Bains

In riva al lago Leman

Di fronte a Losanna

A pochi chilometri da Ginevra, Montreaux e Evian.

Ho abitato sopra il ristorante in cui lavoravo,

In pieno centro,

a pochi passi dalla stazione centrale,

dal lago,

dal parco,

dalla via dello shopping.

Neanche tre ore libere al giorno,

ma abbastanza per prendere l'asciugamano e andare a prendere il sole appena dietro casa.

Il colore azzurro del lago e il verde dei parchi

non mi hanno fatto sentir troppo la nostalgia della Sardegna.

Gli asciugamani non erano sulla subbia, ma sui prati

Non si paga il parcheggio per la macchina,

ognuno ha la bici o il monopattino accanto a sé.

Niente borse frigo, solo cestini in vimini

con pane fresco, formaggio e frutta.

È giovedì e c'è il mercato paesano.

Le strade sono in festa.

Io di corsa alla ricerca di un po' di frutta di stagione.

Nonostante il migliore stile di vita generale,

barboni e ubriaconi non mancano,

così come un numero elevatissimo di "zingari".

Qui in Francia, così come osservai in Spagna,

gli zingari, spesso chiamati "gitani",

conducono una vita abbastanza diversa da quella che

siamo abituati ad osservare in Italia.

In Francia si possono permettere una bella macchina e una cena in ristorante.

Alcune persone mi hanno detto che lavorano, che sono per lo più manovali.

Altri sostengono che rubino e che spaccino droga.

Non so, però mi sono sorpresa del gran numero di "zingari" che,

con prole a carico, si permetta di andare ripetutamente a cena fuori.

La maggior parte di loro sono sgarbati e maleducati,

le donne vestite in modo provocante,

le bambine truccate e con i tacchi.

Mai manchi il tabasco nella loro pizza!

Il lavoro è stancante e ripetitivo.

Il solo apparecchiare un tavolo è un lavoro lungo e monotono

Tovaglia in cotone, tovaglietta in carta,

fazzoletto, posate,

bicchiere d'acqua e calice di vino,

menù generale, menù del giorno, menù degli aperitivi, menù dei vini

olio d'oliva, sale, pepe,

candele, fiori, posacenere.

Moltiplicatelo per quasi 300coperti.

C'è da aggiungere che il tempo in Francia è alquanto variabile...

Immaginatevi la terrazza interamente apparecchiata

con un numero elevato di clienti che mangiano

Ma che improvvisamente inizia a diluviare...

Ecco, non credo sia necessario aggiunga altro!

I lividi sono stati i miei migliori amici

Nelle braccia per il peso del vassoio delle bibite

O dei piatti delle pizze

O nelle gambe a causa delle cassette di bibite

che portavamo al bar dai magazzini.

Ho fatto un mese di palestra gratis

Questo è poco ma sicuro.

Negli ultimi anni il mio peso era sempre poco superiore ai 50kg

con grande felicità sono arrivata ai 46.

Ora sarà difficile mantenerli;)

Il mio sorriso mattuttino lo dovevo a lei

Mirta

un'amica, una sorella

inseparabili e complici

da appena un anno, o poco meno.

Se non fosse stato per lei non sarei qui ora!

Cip e ciop

così siamo solite chiamarci

Sarà dura per me ora che lei dovrà tornare in Italia

Nessuno mi obbligherà a spegnere la luce la notte

e nessuno mi butterà dal letto la mattina per andare a camminare

Solo lei sa quanto mi mancherà!!!

Il mio gnocchetto al taleggio

:D

Un mese duro ma bello allo stesso tempo.

Due settimane dopo il mio inizio

arrivó una nuova ragazza

sarda

Che felicità.

Mi sentii ancora meno sola

E a lavoro iniziarono le mie soddisfazioni

Mi chiesero di affiancarla

Ma soprattutto mi pregarono di rimanere

Di lavorare full time o part time

Se avessi avuto bisogno di studiare

Ma di non andarmene.

Fu la mia più grande ricompensa.

Iniziai a sentirmi parte di una grande famiglia,

nel giorno libero uscivamo assieme,

trascorremmo una serata giocando negli autoscontri.

Mi fecero dei regali prima della mia partenza.

Fui tentata di rimanere più a lungo,

ma una nuova esperienza mi attende...

probabilmente migliore e più gratificante di questa che,

volutamente,

é stata solo di passaggio.

Quattro giorni di relax a Berlino mi attendono

e al mio rientro il trasloco in Svizzera,

a Ginevra,

nel quartiere storicamente sardo,

Carouge.

À bientôt Thonon-les-Bains......

Cinzia

29 Agosto 2016

 
 
 

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Cinzia Cadeddu

(cysmile13)

 

13/11/1990

Cagliari

 

Viaggiatrice

giorno e notte!!!

 

Attualmente a Ginevra,

dopo un anno in Francia,

uno in Spagna

e uno in Inghilterra.

 

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