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Estate 2017

  • cysmile13
  • 8 dic 2017
  • 10 Min. de lectura

Cercherò di essere sintetica

ma non prometto di riuscirci.

È da mesi che penso di mettere per iscritto

le emozioni contrastanti che hanno caratterizzato

l'estate 2017

nonché il mio rientro in Sardegna

per, stranamente,

quattro mesi consecutivi.

Ho aspettato tanto, forse troppo,

per tirare le somme.

Tante sensazioni sono svanite col tempo

tante paure che caratterizzavano quei mesi

sono già un lontano ricordo.

La famiglia, gli amici, il mare,

le feste in spiaggia e la buona cucina

...che nostalgia!

Ci avevo quasi rinunciato

ma qualche giorno fa,

per caso,

ho ritrovato la bozza

di un articolo iniziato il 25 ottobre,

il giorno in cui ho risalutato la mia isola

ed eccomi qui...

un po' malinconica, come al solito

nel ripensare a quei mesi estivi

appena trascorsi.

Non è stata un'estate di relax

tutt'altro.

In cuor mio pensavo di essere tornata

per gli affetti più cari, per la mia terra.

Sì, ci speravo

ma in realtà sapevo che non sarebbe stato così

e ho illuso tutti, me stessa in primis.

In quattro mesi speravo di riuscire a far tutto

tutto ciò che ho rimandato durante gli appena trascorsi 4 anni all'estero

eppure...

ho dormito appena 10 giorni a casa dei miei genitori

sono andata a visitare mio nonno una sola volta

non ho mai organizzato un grande pranzo in famiglia

non mi sono spostata da Chia o da Cagliari

ho visto i miei amici poche rare volte

sempre di corsa

tra un impegno e l'altro

tra lavoro e esami universitari

tra stanchezza, ansia e sensi di colpa.

Lavorare full time e superare cinque esami universitari

In appena quattro mesi

non è stata una passeggiata,

ma vivere a cinque minuti dalla spiaggia più bella d'Italia

bè devo ammetterlo,

questo ha reso sicuramente tutto più piacevole.

Il mare è sicuramente la biblioteca che preferisco

Non ho dubbi

Per la prima volta nella mia vita ho vissuto il mare a tutte le ore

La mattina presto ero sempre la prima ad arrivare

e la sera aspettavo con ansia il tramonto e spesso le stelle.

Studiare così diventava quasi piacevole...

Il profumo del mare e il rumore delle onde

mi regalavano un po’ di serenità

tutto ciò di cui avevo più bisogno.

Andavo sola ma difficilmente lo ero davvero

Ricordo le urla di Viola, quella domenica mattina di giugno

“Zia Cinziaaaaa, giochi con me?”

Una casualità

I miei cugini con i bimbi ad appena 20 metri dal mio asciugamano

Che bella sorpresa!

Un’altra volta è stato Mustapha a regalarmi una piacevole chiacchierata.

Più di una volta in realtà.

Si chiedeva come mai fossi in spiaggia tutta sola

con la sola compagnia di libri e Ipad

Allora ho iniziato a raccontargli la mia vita,

a parlargli di quell’esame che stavo preparando

e che lo riguardava in prima persona

“Storia e istituzioni dell’Africa”

Allora si è seduto accanto a me

ed è stato più interessante ascoltare la sua esperienza

e più facile, dopo, memorizzare date e nomi complicati.

Ricordo con piacere Gabriele, il bagnino dello stabilimento accanto.

Lo salutai per errore

Non avevo nè gli occhiali nè le lenti a contatto

Ops

E da allora diventammo amici

Rimasi affascinata dalla sua storia

Dalle sue estati in Sardegna

e dei suoi inverni a surfare in giro per il mondo

della sua passione per lo yoga e la meditazione

Io studiavo e lui lavorava tavolette di legno

Realizzava dei ciondoli a forma di tavola da surf

al cui interno incastonava un occhio di Santa Lucia.

Solo pochi giorni fa ho tolto le cavigliere

che mi hanno fatto compagnia tutta l’estate

e che lui mi aveva regalato

Una presa in America Latina

E l’altra in Estremo Oriente.

Anche quando cerco di evadere dal mondo

di isolarmi

difficilmente mi sento sola

Riesco persino a parlare con i muri

come dice mia madre.

Ancora una volta

ricordo una piacevole pausa studio

a bordo di una moto d’acqua

e alla sua guida!

Un collega mi ha portata a vedere le spiagge da un’altra prospettiva

A visitare quelle calette difficilmente raggiungibili

in macchina o a piedi

e ancora le grotte

L’acqua cristallina e decine e decine di pesci

improvvisamente ci hanno circondato

dopo aver sbricciolato un pacchetto di crackers.

Ma che bella la vita...

Tornati sulla terra ferma

tra le dune di sabbia e le piante di ginepro

abbiamo mangiato dei piatti tipici africani

e delle bevande locali

acquistati da una signora di colore

che, ogni giorno, andava di spiaggia in spiaggia

per vendere il pranzo ai numerosi senegalesi e non solo

che cercano ciò di cui vivere lavorando nelle nostre spiagge.

Grazie “Gambero”

E poi Max

che mi regalava un sorriso ogni qualvolta passava davanti al ricevimento

con il quale ho condiviso due parole di tanto in tanto

sempre di corsa

e che prima della sua partenza mi ha lasciato il suo libro

"Il coraggio era anche quello

Era la consapevolezza che l'insuccesso

fosse comunque il frutto di un tentativo.

Talvolta è meglio perdersi

sulla strada di un viaggio impossibile

che non partire mai"

...che i tuoi occhi di bambina

possano non crescere mai!

Grazie!

A lavoro

ho avuto la fortuna di avere dei superiori

che prima ancora di essere dei capi sono dei leader.

Mi hanno insegnato un lavoro che non avevo mai svolto prima

spronandomi a provare, sbagliare e imparare dai miei stessi errori

senza mai giudicarmi nè mettermi in difficoltà

Hanno investito in me tempo

e mi hanno dato fiducia.

Non sarò mai abbastanza riconoscente

verso Antonello e Stefano

e verso tutti i colleghi del ricevimento

Elena, Tina, Manuel, Federico, Roberto

Daniele, Tamas e Alessandro,

e ancora i tirocinanti Roman e Sarah

francese lui e tedesca lei,

semplicemente insostituibili.

Nonostante le difficoltà di far conciliare

dovere e piacere

lavoro, mare, studio e feste in spiaggia

famiglia e amici

Ho un bellissimo ricordo di quest’estate

o per lo meno questo è ciò che voglio lasciare impresso nella mia mente

a lungo termine.

Certo non sempre è stato facile

Tante volte mi sono fatta prendere dallo sconforto

è stato un susseguirsi continuo di

felicità e adrenalina

stanchezza e ansia

nonchè sensi di colpa per non dedicare abbastanza tempo

a tutte quelle persone che giorno per giorno chiedevano la mia presenza.

Mi è capitato di fare ore extra di baby sitting

di lavorare oltre le mie otto ore e più di lavoro giornaliere

col pensiero di dovermi pagare l’affitto della stanza che giorno e notte cercavo.

Sì, perchè purtroppo non riesco a fare una sola cosa alla volta

e non appena avevo iniziato questa esperienza

ero già ossessionata all’idea che sarebbe finita tre mesi dopo

così come il turismo in Sardegna.

Feci domanda per una borsa di studio universitaria

Il Globus Studio

la vinsi.

Avrei dovuto trovare in poche settimane una Università che mi accogliesse

che mi permettesse di scrivere la tesi della specialistica

dalla loro biblioteca

con la supervisione di un loro docente

esperto sulla tematica da me scelta.

Penso di aver dormito davvero poco

i miei sbalzi di umore ne erano la testimonianza.

Riuscii a trovare ben tre Università

e stava a me decidere

Tra Ecuador, Canada e Svizzera.

Fosse stato per me avrei voluto trascorrere un mese in ciascuno di questi Paesi

in ognuno di essi per un motivo diverso

ma purtroppo dovevo decidere velocemente

non avevo tempo di perdermi in burocrazia varia

e scelsi la città di cui già ero innamorata

nella quale avevo già vissuto

facilmente raggiungibile e più vicina a casa

Ginevra!

È stata probabilmente la scelta più facile

ma non del tutto.

La borsa di studio rappresenta sì un grande aiuto economico

ma non abbastanza in Svizzera

non in una città tra le più care al mondo.

Non avrei mai voluto chiedere un euro alla mia famiglia

nè avrei voluto finire in tre mesi

i pochi risparmi messi da parte con fatica.

Cercavo lavoro e casa, anche nel sonno.

Che angoscia!

Tutti mi dicevano di rimanere in Sardegna

a casa dei miei genitori

di farmi coccolare e viziare

di riposarmi un attimo.

Ma no...avrò tempo di riposarmi,

non è certo ora il momento –pensai.

Non volevo assolutamente rinunciare a questa possibilità.

Allo stesso tempo non potevo accettare l’idea di pagare la bellezza di

minimo 1.200 franchi mensili

per una stanza in un appartamento da condividere.

Cifra alla quale vanno aggiunti

70 franchi per i trasporti pubblici

almeno 250 franchi per fare la spesa

e poi internet, le lavatrici ecc.

Senza contare che è difficile trovare una camera già arredata.

Insomma...

La fortuna vuole che a Ginevra

mi sia fatta alcuni amici

pochi ma buoni

e sapevo che, in caso di difficoltà,

soprattutto inizialmente,

avrei avuto un letto su cui dormire.

Decisi di mettere da parte l’orgoglio

e di accettare l'aiuto di Valeria

l’amica che tutti vorrebbero

e di stare da lei i primi dieci giorni

ma ancora con l’ansia costante di non trovare una soluzione.

Appena quattro giorni prima di partire

la novità:

una famiglia bilingue, inglese e francese

a Ginevra

ad appena un chilometro dalla casa in cui ho vissuto fino a pochi mesi prima

mi proponeva un lavoro come aupair

e di occuparmi delle loro gemelline di sette anni.

Non avrei voluto ripetere questa esperienza

devo essere sincera.

Avrei preferito un po’ di indipendenza

e un lavoro migliore

ma per il momento non posso proprio lamentarmi.

Non avrei avuto alcun tipo di spesa

La famiglia mi avrebbe fatto un contratto

avrebbe pagato per me vitto e alloggio

così come i mezzi di trasporto e un corso di francese.

La sera avrei lavorato e la mattina avrei avuto il tempo per scrivere la tesi

dall’ufficio della docente universitaria

così come lei mi ha proposto.

Wow... che fortuna!

Non è finita qui

L’ultimo weekend trascorso in Italia

sono andata a Tiscali con i miei amici

nell’entroterra sardo

per camminare un po’ in montagna e approfittare delle temperature ancora miti

E tac...

Ci risiamo!

Mi sono trattenuta in chiacchiere con un gruppo di turisti

parlavano francese e non sono riuscita a trattenermi

Mi vien da ridere...

I miei amici in lontananza mi chiedevano dove fossi finita

e mentre risposi che li avrei raggiunti

scoprii che quelle persone con cui avevo appena fatto conoscenza

sono proprio di Ginevra

che hanno dei figli della mia età che studiano e lavorano fuori

e che di tanto in tanto affittano la loro stanza

a dei prezzi decisamente più accessibili

rispetto a quelli che avevo trovato online.

Non ho parole...

Ci scambiamo il numero e l’email

con la promessa di rivederci e chissà vivere assieme.

Intanto avevo dato parola alla mia nuova famiglia

non potevo già tirarmi indietro.

Mi aspettavano dieci giorni a casa di Valeria,

dieci giorni in Marocco con Ludovico

un collega di questa estate

E tac

esattamente il giorno dopo questo piccolo break di assoluto relax

avrei iniziato tra bimbe e tesi.

Tutto perfetto...

Intanto a lavoro riuscii a farmi voler bene

Non da tutti certo.

Dopo appena un mese

mi venne proposto di cambiare stanza

senza che io l’avessi mai chiesto.

Dormire in quattro in una piccola stanza

con colleghe che avevano mansioni e orari diversi dai miei

in una camera con un solo bagno da condividere

senza finestra

Facile non è stato sicuramente!

La notte era difficile dormire

Arrivai addirittura a comprarmi la mascherina per gli occhi e i tappi per le orecchie

Una volta dormii in macchina

per il caldo asfissiante

ma nonostante tutto

cosciente che fosse difficile tanto per me quanto per tutto il personale

decisi di stringere i denti

e di prendere il positivo che quell’esperienza mi stava regalando.

Quando mi diedero una stanza migliore

da condividere, questa volta, con una sola coinquilina

una camera con aria condizionata e frigo

sentii le voci parlare

in aggiunta a quelle che già si chiedevano come avessi avuto quel posto di lavoro

senza esperienze nel settore

e senza essere passata come quasi tutti

attraverso un primo contratto da stagista

o ancora senza conoscenze.

.

La coscienza pulita e la soddisfazione di essere lì

solo grazie alle mie competenze ed esperienze

mi diedero la forza di andare ogni giorno a lavoro col sorriso

fino all’ultimo giorno di contratto.

Il mio unico momento di assoluto relax era la domenica sera

che avevo molto spesso libera

Che fortuna.

Qualche ora di mare con amici o parenti che mi raggiungevano

e poi

a piedi fino all’Averskida

per staccare davvero la spina tra uno spritz e l’altro

tra vecchi e nuovi amici

musica rigenerante

e bagni a mezzanotte.

In settimana

mi concedevo ben poco alle chiacchiere

alle nuove amicizie

alle uscite con i colleghi

passando spesso per l’antipatica o sì, quella che se la tira.

Andavo a letto con le galline e mi svegliavo all’alba

in camera, in mensa, in spiaggia o al ricevimento

avevo i libri sempre con me

Un’ossessione!

Avevo una priorità

superare tutti gli esami che mi ero prefissata

sei esami in quattro mesi

Non facile eh.

Purtroppo non riuscii nel mio intento

ma posso dire di averci provato fino all’ultimo

e comunque non mi è andata così male

cinque esami su sei...

a pieni voti per di più!

I tirocinanti

che mi vedevano studiare ovunque

mi chiesero in quale materia fossi stata rimandata

Che ridere

se solo ripenso ai loro visi

non appena dissi di essere molto più vicina ai trena

che ai vent’anni

e che le superiori le ho finite da un pezzo.

Difficile essere presa sul serio

Ai ai.

La maggior parte delle mie giornate

tuttavia

le trascorrevo al ricevimento di un hotel 5*

ad imparare un lavoro mai svolto prima

ma che, per fortuna,

mi è piaciuto fin dal primo giorno.

Un lavoro durante il quale devi essere sempre sorridente

sempre in piedi, per otto ore e più se necessario

Capelli ordinati e trucco leggero

Pronta a risolvere i problemi

di turisti provenienti da ogni angolo del mondo

e a rendere la loro vacanza quanto più piacevole possibile.

Non è così scontato così come può sembrare.

Gli ospiti si aspettano un servizio impeccabile

dopo aver speso fior di quattrini.

Ognuno di loro ha esigenze diverse

spesso tra le più bizzarre

che vanno tuttavia soddisfatte.

Non è concesso sbagliare

e in quel caso bisogna rimediare quanto prima.

Risolvere il problema di un ospite può significare

dover contattare l’house keeping, la lavanderia, la manutenzione,

il room service, la cucina,

l’ufficio prenotazioni, la compagnia che organizza i transfer

o ancora il responsabile delle spiagge o delle piscine

i ragazzi dell’animazione o la spa

l’ufficio escursioni o il medico

o ancora la navetta per la spiaggia.

Sembra facile, ma non lo è

soprattutto in alta stagione

o ancor di più

perchè l’hotel è parte di un resort

al cui interno vi sono quattro hotel

cinque piscine principali

senza contare quelle della spa

nove ristoranti

e altrettanti bar

una piazza centrale aperta al pubblico

che ogni sera si anima

di eventi musicali e spettacoli.

E poi

la football academy

la Juventus Training Session

la Premier League Inglese

la dance academy

il kids club

gli spettacoli di Masha e Orso per i più piccoli

di Umberto Smaila e Enrico Brignano per i più grandi

calciatori, motociclisti

veline e show girls.

L’inglese, l’italiano e il francese erano all’ordine del giorno

pochi ospiti di lingua spagnola

molti provienienti dalla Svizzera tedesca e dalla Germania

ma ancor di più russi

qualche raro arabo.

Chissà se prossimamente inizierò a studiare un’altra lingua...

Non mi dispiacerebbe

ma nè il tedesco nè il russo

si imparano dall’oggi al domani.

Aia, vedremo...

I momenti del check-in e del check-out

allo stesso modo

rappresentavano un momento importante.

All’arrivo, dopo aver registrato i dati anagrafici

facevamo accomodare gli ospiti in terrazza

e davanti ad un welcome drink alla frutta

realizzavamo un piccolo briefing informativo sul Resort

sui servizi e i rispettivi orari

nonchè rispondere ad ogni dubbio o curiosità di ciascuno.

Ricordo l’ansia dei miei primi briefing

prima affiancata dal mio superiore

poi da sola

in italiano, in inglese, in francese o in spagnolo

dipendendo dalla nazionalità degli ospiti.

Ginevra mi ha ben addestratta a cambiare lingua più volte al giorno

ma se devo essere sincera

non mi sento ancora a mio agio a parlare l’inglese

lingua nella quale vorrei e dovrei probabilmente investire più tempo

prima di pensare di impararne ancora un’altra.

E poi i check-out

La responsabilità di chiudere conti spesso molto salati

compilare in modo corretto le fatture

fare super attenzione al momento del pagamento

uno zero in più o in meno fa la differenza

e se a fine giornata i conti non tornano...

Non voglio neanche saperlo!

Per fortuna non mi è mai successo

ma qualche danno, di tanto in tanto, l’ho combinato

Per fortuna sempre risolvibile.

Ahahah

Un mix di pensieri mi assalgono

non è facile riordinarli

descriverli seguendo un filo logico.

Avrei ancora tanto da dire

ma ho paura che mi stia dilungando troppo.

Chissà perchè ho bisogno di mettere per iscritto

piuttosto che raccontare a voce

le mie giornate e le mie emozioni.

Mi rendo conto di essere cambiata

di essere fin troppo indipendente e distaccata

meno sensibile direi

E questo mi fa paura.

Forse è solo una barriera protettiva,

una maschera che mi sono costruita

dovendo per forza di cose

contare solo su me stessa

avendo famiglia e amici lontani

per mia scelta

da ormai troppi anni.

Tornare in Sardegna non è stato facile

sotto tanti punti di vista.

Tante volte mi sono chiesta come mai scappassi sempre

in parte forse ho anche trovato la risposta

e scontrarsi con la realtà alcune volte fa male...

Forse è meglio che mi ferma qui

avevo detto di voler portar con me solo i lati positivi

i bei ricordi di questi mesi appena trascorsi

No?

Sardegna non preoccuparti, tornerò presto!

Ginevra, 08.12.2017

Cinzia

 
 
 

Comentarios


Cinzia Cadeddu

(cysmile13)

 

13/11/1990

Cagliari

 

Viaggiatrice

giorno e notte!!!

 

Attualmente a Ginevra,

dopo un anno in Francia,

uno in Spagna

e uno in Inghilterra.

 

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